Toni Servillo

In occasione dell’Italian Film Festival, Toni Servilo è a Berlino per ricevere un importante omaggio, con le proiezioni, iniziate l’11 Novembre, di sette film in cui è protagonista, tra cui: “Lasciati andare”, “Viva la libertà”, “La grande bellezza”. Inoltre, per i 150 anni dalla nascita del premio Nobel Luigi Pirandello, Servillo è ambasciatore della cultura italiana a Berlino, e lo celebra, infatti, con la lettura “La carriola” di Pirandello.

Lo scrittore siciliano aveva trascorso due mesi nella città tedesca per completare la sua tesi universitaria sui dialetti di Agrigento, e il suo teatro era stato apprezzato e compreso prima in Germania e poi in Italia. Infatti, Servillo sottolinea questo rapporto fecondo tra la cultura italiana e quella tedesca: “Le relazioni fra Berlino e Pirandello sono molto feconde, la prima volta che ha fatto teatro di rilievo internazionale è stato compreso prima dai tedeschi e poi dagli italiani, prima dai francesi e poi dagli italiani”, aggiunge, poi, Servillo: “essendo io un uomo di teatro, vengo qui a fare molto immodestamente l’ambasciatore della cultura Italiana”.

Poi Servillo, in una recente intervista, sottolinea quanto apprezzi il popolo tedesco per il suo amore verso la natura, per la sua straordinaria capacità di fare autocritica, e di imparare dai propri errori. Qualità che non appartengono al popolo italiano, abituato a vivere nella bellezza, a non reagire, abituato ad un’atavica rassegnazione. “Noi invece siamo un popolo che si assolve con molta facilità e dimentica”.

E proprio parlando del capolavoro di Sorrentino “La grande bellezza”, spiega questo atteggiamento di passività legato al carattere del popolo italiano: “io direi un invito all’inerzia, ad accontentarsi e fare in modo che il resto della propria esistenza sia soltanto una lunga scia di occasioni, perdute e mancate, come nel caso di Jep Gambardella”. “Penso che gli italiani avrebbero bisogno di imparare dai tedeschi un po’ di disinvoltura, di naturalezza, di sottrarre un po’ di sofisticazione”.

Il messaggio finale dell’attore casertano è che l’incontro culturale, come quello avvenuto a Berlino, fa bene, affinché avvenga quella crescita artistica e culturale nei popoli.

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