La fotografia nell'era digitale

All’alba del terzo millennio sapevamo tutti che il mondo sarebbe cambiato radicalmente. Avevamo già i cellulari, le auto con l’aria condizionata e le armi chimiche di distruzione di massa, ma soprattutto avevamo Internet. Eravamo coscienti che mescolando le potenzialità comunicative dei cellulari con la capillarità di Internet saremmo riusciti a creare qualcosa che avrebbe radicalmente cambiato la nostra vita quotidiana.

Oggi abbiamo un solo strumento in tasca che ci permette di fare quasi tutto: chiamiamo e inviamo messaggi di testo, ma lo usiamo anche per tenere a mente gli impegni, per svegliarci la mattina, per fare calcoli, per giocare (anche in borsa), per restare informati e per scattare fotografie.

Quest’ultima possibilità è senza ombra di dubbio quella più interessante, poiché ha diversi vantaggi:

  • Permette di catturare un momento unico anche se non si ha a disposizione una vera e propria fotocamera;
  • Sebbene esista ancora una grandissima differenza tra una fotocamera ed un cellulare, la qualità di quest’ultimo è accettabile e comunque al di sopra degli standard di buona qualità;
  • Grazie all’uso della memoria del cellulare, non si è più limitati a quelle classiche 24 o 36 fotografie delle pellicole Kodak e Polaroid;
  • La fotografia, prima riservata a pochi, è ora uno strumento alla portata di tutti.

Eh sì, la semplicità di qualche click e la possibilità di poter modificare le foto con filtri ed effetti di ogni tipo ha reso la fotografia una forma d’arte a cui tutti possono accedere e della quale tutti possono essere protagonisti. Così persone che fino a qualche anno fa non volevano saperne nulla di fotografia, oggi hanno una galleria con centinaia di foto e account sui vari social network.

D’altro canto, non si può non notare come i soggetti della fotografia siano cambiati: un comico una volta disse: «sono sicuro che se ci fossero ancora le macchine fotografiche con la pellicola, la gente ci penserebbe due volte prima di fotografarsi i piedi».

Diciamoci la verità, un po’ (o molto) ha ragione: oggi si fotografa di tutto. Tra molti anni i nostri figli avranno un archivio di foto enorme e potranno ricordare ogni momento della loro infanzia (tanto i file non occupano spazio in casa come i vecchi album fotografici).

La verità è che le possibilità offerte dai cellulari hanno inevitabilmente trascinato la fotografia verso il basso, e trovare uno scatto significativo, degno di essere definito tale, è un’impresa molto difficile, nel mare della quotidianità.

Ma se questo è vero per la qualità della fotografia, non possiamo dire la stessa cosa della sua popolarità: nell’era digitale, la fotografia è la forma di arte visuale più popolare al mondo.

Proprio il fatto che tutti possano accedervi e che tutto sia condivisibile attraverso i social network, ha fatto sì che la fotografia ritrovasse un nuovo splendore. Oggi comunichiamo quasi tutto con le foto: la nostra vita, le nostre passioni, i nostri pensieri e i nostri stati d’animo possono essere espressi più facilmente con la fotografia che con la parola.

La fotografia, insomma, ha ridato voglia di comunicare ad una società che ormai si avviava verso un’incomunicabilità senza speranza. Certo, comunicare oggi è un’esperienza del tutto diversa rispetto a venti anni fa, ma non è più vero che siamo completamente soli: siamo semplicemente affezionati alle nostre forme di comunicazione, il che vuol dire che ancora non riusciamo a capire bene quelle nuove.

Una cosa, però, è certa: la fotografia non è morta, anzi, è la protagonista della comunicazione nell’era di Internet.

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