Dopo la fiction “L’amore Strappato”, Sabrina Ferilli si racconta commentando la situazione attuale del mondo del Cinema, in particolare di quello italiano.
La critica più forte che la Ferilli muove è diretta proprio alla situazione cinematografica generale e alla mancanza di libertà che si è venuta a creare in nome di un politically correct che sembra castrate l’espressione artistica:
C’è un’inciviltà dilagante, in cui ormai mettiamo sullo stesso piano una violenza sessuale e una parmigiana di melanzane.
spiega l’attrice ccon un commento piuttosto colorito.
Oramai sono pochi i personaggi riconosciuti e riconoscibili che, oltre a raccontare, riescono a insegnare, e ti permettono di crescere. Mi viene in mente Andrea Camilleri. Sulla rete se va bene, e sottolineo ‘se va bene’, trovi un’informazione che al cinquanta per cento non è neanche vera.
Per me al primo posto c’è sempre la tutela e la sopravvivenza degli esseri umani, di tutti gli esseri umani. E questa storia dei clandestini è una suggestione data in pasto al Paese per non risolvere i problemi che gli italiani sono costretti ad affrontare tutti i giorni.
Si parla poi della libertà di espressione, di scene controverse e della censura mediatica nei confronti dell’arte cinematografica, musicale e letteraria, ed ecco che la Ferilli commenta:
Gli autori non sono più liberi di raccontare il bene e il male, il razzismo e non; una società colta saprebbe distinguere, invece siamo messi così: male. Una scena come quella di Sordi mentre ‘corca’ di botte la Vitti, oggi non la girerebbe nessuno, ai registi tremerebbe la mano per la possibile accusa di violenza sulle donne. Siamo preda di percezioni superficiali dei fatti […] Gli esempi non esistono, gli esempi siamo noi rispetto alle nostre vite.
Si è maggiormente concentrati solo sulla pruderie, sulle stronzate degli pseudo principi: chiamare uno spazzino “operatore ecologico” non serve, anzi è una presa per il culo; per la sua dignità uno non deve pensare alle definizioni, ma ai diritti e alla retribuzione.