Bitcoin

Terrorismo, riciclaggio e finanziamenti illeciti sono veramente dei pericoli, oppure i Governi cercano una scusa per regolamentare Bitcoin e criptovalute per troppa paura della valuta digitale?

Bitcoin, aiuto per finanziamenti illeciti e riciclaggio?

Tutte le valutazioni fatte su Bitcoin e sulle migliori piattaforme per criptovalute ormai i trader le sanno a memoria, ma come la mettiamo con i pericoli che possono originarsi dall’applicazione del concetto di moneta digitale associato al terrorismo. Ebbene sì, i Governi  temono che in Italia e in Europa possano esserci rischi di finanziamenti illeciti tramite questo sistema, per questo si sta vociferando su un fantomatico registro degli operatori, al fine di poter risalire alle transazioni e a chi le effettua. Uno strumento che cozza con la caratteristica dell’anonimato, anche se le intenzioni sono buone. E’ anche vero che l’ISIS e le dittature mondiali possono vedere nelle crittovalute come un modo di raccogliere finanziamenti senza lasciare traccia dell’attività finanziaria. Un esempio? Il dittatore della Corea del Nord pare che abbia convertito e trasferito fondi consistenti, e che ha contribuito al successo enorme di questa moneta digitale.

Perché Bitcoin è un potenziale pericolo

Di tutte le valutazioni che si possono fare su Bitcoin e il mondo più vasto delle criptovalute, le meno lusinghiere sono quelle che lo collegano, in modo spiccato e distintivo, ad attività di riciclaggio di denaro sporco e finanziamento del terrorismo internazionale: accuse ricorrenti e ultimamente sempre più insistenti. Ma sarà vero? L’attenzione delle istituzioni è veramente alta, come mostrano gli ultimi provvedimenti a livello europeo e italiano; e che la preoccupazione di chi fa indagini si concentra soprattutto in prospettiva sugli sviluppi delle monete digitali alternative, in grado di fornire un più alto livello di anonimato. Però, c’è da dire che il sistema Bitcoin non è anonimo, bensì pseudonimo: questo vuol dire che è possibile tracciare le transazioni e fare delle analisi che portino a identificarne gli autori, a meno che non vengano adottate particolari strategie.

Sicurezza transazioni Bitcoin

Uno studio sembra ritenere infondati i timori di riciclaggio di criptovaluta da attività illecite. In un’analisi su un campione di transazioni Bitcoin effettuate tra 2013 e 2016, provenienti da vari mercati neri del Dark Web, ransomware e altre attività fraudolente e indirizzati a servizi di conversione in valute fiat come dollari o euro. Ebbene, la quantità era così esimia che quasi non faceva classifica. Nel caso specifico, i Bitcoin identificati come illeciti e convertiti sono risultati meno dell’1%. Lo studio è stato fatto in collaborazione tra una nota società che fa indagini su criptovalute, Elliptic, e il Centre on Sanctions of Illicit Financing, think tank americano che si occupa di terrorismo, criminalità, corruzione, riciclaggio. E’ anche vero che lo studio non ha coperto tutte le attività, ma sicuramente le transazioni illecite delle crypto non possono essere ancora considerate un problema tale da indurre i Governi al controllo obbligatorio di questi beni volatili.  A questo proposito, il supporto per il deposito di crittovalute si sta già diffondendo a macchia d’olio, quindi tutti i commercianti dovrebbero iscriversi sul sopra citato registro prima di comprendere il fenomeno delle valute virtuali in Italia?

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