rinaldo e armida

Restiamo in tema S. Valentino con l’interpretazione dell’amore, nell’opera tassiana, di Nicole Poussin. Il quadro in questione è intitolato Rinaldo e Armida e risale al 1628-1629 circa. Poussin dipinge un momento fondamentale del quattordicesimo canto della Gerusalemme Liberata, riferendosi, in particolare, all’ottava 66 che descrive l’innamoramento di Armida e Rinaldo:

Ma quando in lui fissò lo sguardo e vide
come placido in vista egli respira,
e ne’ begli occhi un dolce atto che ride,
benché sian chiusi (or che fia s’ei li gira?),
pria s’arresta sospesa, e gli s’asside
poscia vicina, e placar sente ogn’ira
mentre il riguarda; e ‘n su la vaga fronte
pende omai sì che par Narciso al fonte.

Armida sta per uccidere Rinaldo, quando scorge in lui come un riflesso di se stessa, e si innamora, restando vittima, a sua volta, del suo stesso gioco d’amore e seduzione. Sente placarsi, mentre lo guarda, ogni sentimento di vendetta, invasa dal sentimento d’amore. In questo preciso istante inizia un percorso di conformazione tra i due amanti. Infatti, nel dialogo Il Cataneo, overo le conclusioni amorose, Tasso scrive che l’amore “presuppone come condizione necessaria la similitudine dell’amante all’amata”. Poussin ha concentrato il suo lavoro d’interpretazione sulla conversione amorosa di Armida e, quindi, sul processo di conformazione affettiva tra innamorati che segue a renderli simili anche fisicamente.

Il quadro ne racconta il prima e il dopo, racchiudendo, dunque, il contrasto degli affetti attraverso la gestualità della maga: un Cupido alato trattiene il braccio armato della donna, e questo movimento aggressivo si trasforma progressivamente nel gesto delicato della mano della donna che accarezza la mano di Rinaldo addormentato e nella dolcezza e pacatezza dello sguardo. Il momento di resa ad amore di Armida viene metaforizzato dal movimento violento del velo bianco, che si frena in un nodo sulla schiena della maga. Quel processo di conformazione tra innamorati, ossia, la proiezione dell’anima di uno nel corpo dell’altro si è compiuto, e viene reso da Poussin anche attraverso dettagli fisici, infatti, il rossore del viso e la bocca leggermente dischiusa di Armida, si rispecchia anche su Rinaldo, nei lunghi capelli spettinati, nella bocca rossa e nelle gambe aperte, segno di subordinazione all’amore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *